"ALZERO’ IL CALICE DELLA SALVEZZA"

Deisign 2010 – “Alzerò il calice della salvezza”.

Deisign , segno divino, indica la ricerca di un segno capace di trasmettere all’uomo la grandezza dell’amore di Dio. L’importanza che rivestono il calice, la patena e la funzione liturgica, induce a ricercare in essi un vero e proprio messaggio di Dio per il suo popolo. E’ sulla base di questa riflessione che nasce il progetto chiamato“ABBRACCIO DÌ DIO”.

L’abbraccio di Dio con l’uomo...

Io sono tuo servo, figlio della tua ancella: tu hai spezzato le mie catene. A te offrirò un sacrificio di ringraziamento e invocherò il nome del Signore. (Dal salmo 115)
‘Tu hai spezzato le mie catene’… nella Messa il Cristo spezza ciò che ci separa da Lui e ci introduce alla sua comunione. L’abbraccio del Padre, comunicato dal Figlio, ci rende una cosa sola con Lui: l’abbraccio di due amori, generati dall’Unico Amore che è l’amore di Cristo. Nell’Eucaristia incontriamo l’agape, che non è un qualunque amore: è l’amore di Dio; è l’amore di Cristo, nel senso che è il modo di amare, di servire, di dare la vita di chi è come Dio che ama per primo, di chi è come Cristo. Per questo l’amore non sorge spontaneo dal nostro cuore, c’è una possibilità, una disponibilità.
(cfr. Giovanni Moioli, ‘Veni Creator Spiritus’,Glossa)
L’Eucarestia ci dice che l’agape sta di casa nel cuore ‘nuovo’ per eccellenza, che è il Cuore di Cristo. Cuore aperto, intimità dischiusa: che ci abbraccia; intimità in cui possiamo dimorare.
“Patena e calice come simbolo dell’abbraccio di Dio” ovvero, nel calice si attua questo abbraccio, spezzato ogni limite personale (dato dal colore che può essere interscambiabile e che rappresenta ogni singolo credente), la salvezza invocata (l’amore vero- l’agape), ci viene donata.

Il calice e la patena.

In questa fase progettuale, calice e patena sono un concetto. “Il nudo calice si veste dell’abbraccio di Dio, amore segno della Salvezza” : il calice prezioso nella materia ma povero di lavorazione, per questo puro e semplice, viene avvolto da una veste che, ricoprendolo, lo arricchisce con la sua ricercatezza. La forma di questo abito, due semicerchi che si incontrano, evoca l’abbraccio. Ed è proprio su questo elemento applicativo, e al tempo stesso organico, che si muove l’intero sistema concettuale del progetto. Nella patena la stessa forma a “C” rappresentante nuovamente l’abbraccio, realizzata con lo stesso materiale nobile della coppa, avvolge e protegge l’ostia il cui appoggio avviene su un piatto d’oro o d’argento. “Il calice cambia veste e la liturgia diventa arte”. L’abito di cui il calice si veste, è asportabile ed intercambiabile con altri, simili per forma e per concetto, ma diversi nei materiali e nei colori; è un’ ”applicazione” a tutti gli effetti: può essere arte e al tempo stesso mezzo per l’arte della liturgia; un mezzo nuovo con cui il liturgista possa trasmettere, anche grazie alla sua bravura, l’Amore di Dio.

Sviluppi per un progetto esecutivo.

Non è rilevante quali materiali usare per costruire i calici e le patene, quanto le caratteristiche che essi devono avere affinché ogni elemento, non perda in praticità ed in espressione simbolica.
Così il Calice, fatto da materiale nobile, duraturo, ricco e rispondente, anche nella forma, alle caratteristiche della semplicità è, insieme alla patena, il vero elemento prezioso. Risplendente di luce propria, esso si deve accostare all’idea di luce divina. Anche l’interno della coppa, come il piatto inferiore della patena, è previsto in oro o argento, ma solo laddove il materiale usato per essa non sia di per sé già impermeabile.
La Veste, proprio perché asportabile e intercambiabile, è concepita in un materiale meno nobile di quello del calice stesso, ma tale da comportare una lavorazione artigianale più importante. Si pensa a più vesti per ogni calice, in diversi colori e con diversi simboli che adattandosi all’arredo e all’edificio, ai colori e ai tempi liturgici, siano un mezzo per il liturgista attraverso cui migliorare la funzione liturgica stessa.
La definizione corretta degli specifici materiali dovrebbe essere rimandata ad una fase esecutiva dell’opera, anche per non distrarre l’attenzione dall’aspetto simbolico e concettuale sì tanto importante, ma ai fini del bando concorsuale si elencano i materiali privilegiati: calice in pietra preziosa agata color bianco, rivestimento delle parti a contatto con ostia e vino in oro bianco, ed infine, veste del calice in tessuto a trama metallica visibile di rame e bronzo, impreziosita con elementi di seta rosa. Per i calici a disposizione dei concelebranti si considera comodo l’uso di rivestimenti in similpelle appositamente lavorati e di diversi colori, così che questi ultimi possano essere utilizzati, grazie alla varietà cromatica, anche in alcune funzioni ordinarie composte da un unico celebrante.

Le due tavole sono complementari (come l’uomo e Dio) si leggono correttamente solo se affiancate l’una all’altra, l’abbraccio che raffigurano accoglie un immagine della natività di Gesù, come per evocare …. quel “SEGNO” in fondo al cuore.


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DEISIGN 2010


Luogo: CUNEO - ITALY
Anno di realizzazione: 2010

“ALZERO’ IL CALICE DELLA SALVEZZA”

Deisign , segno divino, indica la ricerca di un segno capace di trasmettere all’uomo la grandezza dell’amore di Dio. L’importanza che rivestono il calice, la patena e la funzione liturgica, induce a ricercare in essi un vero e proprio messaggio di Dio per il suo popolo.

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